ISRAELE ALLA UE: ''TERRORISTI ASSASSINI NELLE NOSTRE CARCERI TRATTATI MEGLIO DEI DELINQUENTI NELLE VOSTRE IN EUROPA''
martedì 11 marzo 2014GERUSALEMME - Il Ministro degli Esteri dello Stato ebraico ha indicato all’ambasciatore israeliano accreditato presso la UE di informare le nazioni europee che le visite presso gli istituti di pena israeliani per esaminare le condizioni dei detenuti palestinesi saranno consentite solo dopo che una delegazione israeliana si recherà in visita nelle carceri europee.
L’Europa da anni persegue la politica di demonizzazione e delegittimazione di Israele e qualcuno a Gerusalemme deve aver perso definitivamente la pazienza visto il cambiamento di rotta che sta avvenendo nei confronti di Bruxelles.
Il Ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, infatti, ha assunto un nuovo approccio per arginare i tentativi europei di interferire con gli eventi in Israele e con il conflitto regionale, e ha deciso di usare le stesse tattiche fin qui adottate, a senso unico, nei confronti di Israele.
Quando la settimana scorsa il presidente della commissione affari esteri del Parlamento europeo Elmar Brok si è rivolto all’ambasciatore israeliano presso l'Unione Europea David Walzer per chiedere il lasciapassare per una speciale delegazione del Parlamento Europeo per esaminare le condizioni di detenzione dei prigionieri palestinesi in Israele ha avuto una spiacevole sorpresa.
La sua richiesta è arrivata al ministero degli esteri e Lieberman ha incaricato l'ambasciatore di rispondere che il permesso sarebbe stato accordato solo in cambio di un analogo lasciapassare a una delegazione israeliana che vorrebbe visitare le carceri europee e verificare lo stato dei detenuti.
Solo dopo la visita della delegazione israeliana gli europei sarebbero stati autorizzati.
Una fonte all'interno dell'ufficio del Ministro degli Esteri ha fatto trapelare la notizia che la visita della delegazione europea in Israele era stata pre-coordinata con i palestinesi che cercavano di condurre una campagna anti-israeliana sulla questione dei prigionieri.
La stessa fonte ha messo in chiaro che c’era da parte europea il desiderio di creare un pretesto e pubblicare conclusioni che erano già pronte per innescare una condanna annunciata.
L’intento israeliano era anche quello di mettere in luce un particolare di grande importanza, e cioè che terroristi che si sono macchiati di orrendi delitti sono tenuti in prigionia in Israele in condizioni decisamente migliori di quelle che godono in certe nazioni europee detenuti per delinquenza comune.
Una risposta da parte europea alla richiesta israeliana non è ancora pervenuta ed è facile credere che tutto passerà ora nel dimenticatoio.
Ma una domanda rimane nell’aria, se l’Europa non ha nulla da nascondere perché non ha accettato?
Articolo scritto da Michael Sfaradi - Gerusalemme
Fonte notizia: http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4496215,00.html