STUDIO / PER TORNARE AI POSTI DI LAVORO DEL 2009 ALLA GRECIA SERVIRANNO 20 ANNI (NEI QUALI INTANTO SI MORIRA' DI FAME)
lunedì 3 marzo 2014ATENE - Ci vorranno almeno 20 anni, in Grecia, per recuperare il milione di posti di lavoro persi a causa della crisi economica che ormai dal 2009 attanaglia il Paese. E' questa la cupa previsione contenuta nell'ultimo rapporto mensile sulla situazione occupazionale e sulle prospettive della Grecia redatto dall'Istituto del Lavoro della Confederazione generale ellenica del Lavoro (Ine-Gsee), uno dei due principali sindacati del Paese.
Nello studio si sottolinea che sara' molto difficile riportare il tasso di disoccupazione al di sotto del 17% prima del 2026, considerando che oggi come oggi e' al 28%, anche con lo scenario piu' ottimistico di un'espansione dell'economia a un tasso del 3,5-4% annuo.
Il motivo di cio', secondo le stime, e' che attualmente i problemi strutturali dell'economia nazionale sono responsabili di un tasso di disoccupazione del 17% rispetto al totale del 28%. Affinche' l'economia possa recuperare i posti di lavoro persi dal 2009, quando i disoccupati registrati all'ufficio di collocamento erano appena 450.000, occorreranno almeno 20 anni, durante i quali bisognera' ricreare almeno 50.000 nuovi posti di lavoro all'anno.
Secondo lo studio, le cui stime sono basate anche sulle recenti previsioni della Commissione Ue, quest'anno in Grecia il numero delle persone che hanno un lavoro tocchera' 3,53 milioni di unita' a fronte di 1,1 milioni di disoccupati.
La Grecia è il miglior esempio dell'incapacità dell'Unione Europea di risolvere la crisi dell'euro, e allo stesso tempo dimostra l'ottusità dei massimi dirigenti di Bruxelles nel voler proseguire sulla strada che ha portato la Grecia alla desertificazione del mondo del lavoro, alla distruzione delle produzioni industriali, alla cancellazione assoluta del benessere per la stragrande maggioranza della popolazione.
La Grecia illustra ogni giorno agli europei cosa significa aver introdotto l'euro: devastare intere nazioni.
Redazione Milano.