DIBATTITI / ALTRO CHE NUOVA LEGGE ELETTORALE: SONO LE ELEZIONI EUROPEE DI MAGGIO CHE DEVONO INTERESSARE GLI ITALIANI
martedì 28 gennaio 2014Il popolo italiano è quanto di più strano al mondo: è esperto di tutto, in ogni settore dello scibile umano. Tutti coloro che abitualmente erano commissari tecnici della nazionale di calcio durante i mondiali, divennero esperti skipper durante l’epopea del Moro di Venezia e successivamente di Luna Rossa, parlando di strambate, bompressi e boline come avessero un dodici metri ormeggiato sotto casa da usare abitualmente per andare al lavoro.
Oggi, dopo il patto Renzi Berlusconi sulla legge elettorale e l’abolizione del bicameralismo perfetto, con la proposta di un doppio turno di coalizione con sbarramento differenziato per i partiti aggregati o meno, tutti gli italiani sono divenuti fini costituzionalisti, discutendo accanitamente davanti ad un caffè piuttosto che ad una tastiera di legittimità delle liste bloccate, di adeguatezza o meno del premio di maggioranza o della quota decisa per lo sbarramento. Non intendo affrontare il tema della validità o meno della soluzione proposta dai leader dei due maggiori partiti nazionali, ma soffermarmi su una conseguenza assai più importante, ovvero le prossime elezioni europee.
Con il patto Renzi Berlusconi, gli italiani si sono ripolarizzati tra pro e contro Berlusconi, dimenticandosi di tutto il resto. Contrariamente a quanto avviene all’estero gli italiani non hanno ancora consapevolezza che le elezioni europee rivestono un’importanza ben maggiore rispetto a quelle nazionali, poiché è a Strasburgo che vengono sempre più retti i fili delle leve economiche e politiche.
Da sempre il parlamento europeo è stato visto dai partiti italiani come il cimitero degli elefanti o il parcheggio per i trombati, ma oggi diviene fondamentale eleggere persone dotate, con solida preparazione tecnica e possibilmente con una ottima conoscenza della lingua inglese e francese, cosa che fino ad ora si è visto ben raramente. Non possiamo permetterci il lusso di mandare a Strasburgo persone che necessitino di interpreti e traduzioni per capire i testi di legge, commentarli e modificarli, fare questo significherebbe semplicemente essere in balia degli altri stati.
Del pari sarebbe auspicabile si superasse la contrapposizione “destra-sinistra” e si aprisse un serio dibattito tra chi è a favore di questo modello di UE e dell’euro e chi vuole tornare alla sovranità monetaria e desidera un’Europa dei popoli e non degli eurocrati. Questi sono i due autentici blocchi ideologici attuali: tutto il resto è retaggio di un passato lontano.
Gli italiani devono informarsi, capire quali movimenti vogliano riacquisire la sovranità monetaria e politica, svincolandosi dalla morsa mortale della troika ue-bce-fmi e chi invece, come Monti e Letta ad esempio, ritengono che cedere tutti i poteri a Strasburgo e massacrare i cittadini di tasse e tagli al sistema del benessere sia la cura di tutti i mali.
Su queste tematiche occorre che vi sia un dibattito serio, approfondito e che ognuno sia in grado di farsi la propria idea ed opinione.
Noi abbiamo più volte ribadito che l’unica via di salvezza per questo paese sia il ritorno alla sovranità monetaria ed un fortissimo ridimensionamento dei poteri degli eurocrati di Strasburgo e Bruxelles, con la reintroduzione di tutta una serie di dazi per neutralizzare la concorrenza sleale di paesi dove i diritti umani e dell’ambiente sono tutt’altro che rispettati ed evitare che il metodo “elettrolux” possa diventare paradigma di riferimento per tutti.
Gli italiani devono decidere se vogliono ritrovare il benessere perduto o scivolare verso una povertà senza via di uscita. I paesi dell’ex blocco sovietico, Ungheria in testa, hanno una visione chiara: hanno sconfitto la dittatura comunista e non hanno la minima intenzione di cadere in quella degli eurocrati.
Le elezioni europee di maggio sono l’ultima chiamata per la libertà e su questo gli italiani devono riflettere: tutte le altre discussioni, in questo momento, sono assolutamente secondarie.
Luca Campolongo
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