KRUGMAN: ''HOLLANDE E' IL SIMBOLO DELLA SVENTURA DEL CENTROSINISTRA EUROPEO, PEGGIO DELLA GRANDE DEPRESSIONE DEL 1929''
giovedì 23 gennaio 2014NEW YORK - Il premio nobel per l'Economia Paul Krugman disintegra - economicamente parlando - Hollande e la sua folle politica economica. Micidiale. Leggiamo insieme l'articolo pubblicato dal New York Times.
"Non avevo prestato molta attenzione al presidente francese da quando era divenuto evidente che non avrebbe rispettato le sue bellicose promesse elettorali, Paul Krugman si definisce scandalizzato ora che Hollande ha deciso di abbracciare la peggiore dottrina economica della destra. In Europa, sostiene, miopi conservatori guidano la politica, ma gli uomini della sinistra moderata senza spina dorsale glielo permettono.
Fare peggio della Grande Depressione è un risultato rimarchevole. Ma, prosegue Krugman, è quello che l'Europa sta facendo oggi se si considera che nel 1936, sette anni dopo la Grande Depressione, molta dell'Europa allora cresceva a ritmi superiori di quelli attuali. Negli anni '30, inoltre, molti dei paesi europei avevano abbandonato l'ortodossia economica, uscendo dal Gold Standard, interrompendo le suicide politiche dell'austerità ed iniziando un grande riarmo che ha avuto effetti di stimolo sull'economia reale. Il risultato fu una ripresa sostenuta dal 1933.
L'Europa moderna è chiaramente un posto molto migliore, moralmente e politicamente: la condivisione della democrazia ha portato una pace duratura, un Welfare consistente ha limitato i drammi sociali della disoccupazione di massa ed azioni coordinate hanno impedito il collasso finanziario. Sfortunatamente, il successo del continente nell'evitare il disastro ha avuto la conseguenza negativa di lasciare i governi nella possibilità di poter continuare con le loro politiche ortodosse. Nessuno ha lasciato l'euro, anche se è una camicia di forza monetaria; nessuno ha la necessità di aumentare la spesa militare e quindi l'austerità fiscale prosegue. Ognuno sta facendo quella che ritiene la “cosa responsabile” e la stagnazione persiste".
"In uno scenario depresso, prosegue il premio Nobel per l'economia, la Francia non vive una cattiva situazione. Non è ad i livelli della Germania, ma la performance francese è migliore di molti paesi europei, compresi pilastri dell'ortodossia come Finalndia e Norvegia. Gli ultimi dati mostrano un calo della produzione ed il Fmi l'attribuisce all'austeità, ma ora Hollande è andato oltre nel voler cambiare il corso economico della Francia: ridurre tasse sulle imprese tagliando la spesa in non precisati settori. “E' dal lato dell'offerta che dobbiamo agire ora”, ha dichiarato ed ha rimarcato come “l'offerta crea la sua domanda”. Resuscitare la teoria fallace di Say, secondo cui carenze di domande non potrebbero mai esistere perchè le persone devono spendere i loro redditi in qualcosa, è per Krugman incredibile nel mondo nel 2014. Tutte le prove dicono che le risorse produttive, capitale e lavoro, della Francia sono inattive perchè la domanda è carente. Una semplice prova è il dato dell'inflazione che sta calando rapidamente in Francia ed in Europa, sempre più vicino al drammatico decennio deflattivo giapponese.
Che senso può avere abbracciare oggi la politica ortodossa per Hollande? E', per Krugman, il segno della sventuratezza del centro sinistra europeo. Per quattro anni, l'Europa è stata nella presa dell'austerità, con risultati disastrosi. Data la durezza inflitta da queste politiche, ci si potrebbe attendere che un politico di centrosinistra voglia modificare ardentemnte questo corso di politica economica. Ma ovunque in Europa, non si è andati oltre una critica molto debole e spesso di sottomissione. Quando Hollande è divenuto il leader della seconda potenza economica della zona euro, alcuni hanno nutrito delle speranze. Invece, si è accucciato in una sottomissione che, conclude Krugman, si è trasformato in un collasso intellettuale. E la seconda depressione economica può proseguire".
Scritto dal premio Nobel per l'Economia Paul Krugman, pubblicato dal New York Times e divulgato da L'Antidiplomatico - che ringraziamo.