OTTO GIOVANI SU DIECI IN SPAGNA SENZA LAVORO E PROSPETTIVE. ALTRO CHE ''RIPRESA E FINE DELLA CRISI''. E' UN CIMITERO
sabato 11 gennaio 2014MADRID - Con l'acqua alla gola, senza speranze di trovare un lavoro, pur essendo disposti ad accettare salari bassi in qualunque posto e con la prospettiva di restare a carico dei genitori. Anzi peggio, tornati a vivere coi genitori.
La mancanza di opportunità di futuro per i giovani spagnoli emerge dall'inchiesta sociale svolta dal Centro Reina Sofia sull'adolescenza e gioventù e realizzata dalla Fondazione di aiuto alla tossicodipendenza su un campione di mille giovani di età compresa fra i 18 e i 24 anni.
Otto giovani su dieci ritengono molto o abbastanza probabile dover accettare un qualunque lavoro e sei su dieci sono pronti ad emigrare per trovare un'occupazione.
Nonostante la disponibilità ad accettare qualunque condizione - basso salario o trasferimento in altra città - per un posto di lavoro, l'80% degli intervistati è convinto che, sul breve termine, continuerà a dipendere economicamente dalla famiglia.
Dallo studio emerge che per i giovani della classe media o bassa e coloro che hanno abbandonato gli studi, la crisi rischia di compromettere la sopravvivenza e l'integrazione sociale.
Per gli appartenenti alla classe alta e gli universitari, mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi e la realizzazione delle aspettative di vita. Una stragrande maggioranza - 7 giovani su 10 - attribuisce al governo e ai partiti politici durata e profondità della crisi, che genera frustrazione e una visione fatalista del futuro, dato che, per il 20% degli intervistati, la sua situazione non migliorerà prima dei prossimi 2 o 3 anni, a fronte del 36% convinto che peggiorerà.
Queste notizie smentiscono in maniera radicale la cosiddetta "ripresa" della Spagna nel 2014, strombazzata dagli oligarchi di Bruxelles come Olli Rehn e Barroso, due volgari mentitori seriali.
La Spagna è letteralmente rasa al suolo dalla crisi prodotta dall'euro, sterminatore di popoli.
max parisi