L'INGHILTERRA SI DIFENDE DALL'IMMIGRAZIONE SELVAGGIA CON NORME SEVERISSIME E GLI OLIGARCHI UE L'AGGREDISCONO (POVERETTI)
venerdì 10 gennaio 2014BRUXELLES - Continua senza esclusione di colpi la 'crisi' tra Gran Bretagna e Unione europea, passata prima per il campo della sovranità nazionale e ora per quello dell'immigrazione. Molto probabilmente con uno sguardo già puntato sulle elezioni politiche del 2015, annusando i risultati delle amministrative dello scorso anno, il primo ministro David Cameron ha decisamente spinto l'acceleratore sullo spauracchio dell'invasione dei sacri confini della patria di sua Maestà.
Basta tornare con la mente all'anno appena trascorso, infatti, per ritrovare quei risultati incredibili delle amministrative inglesi e del Galles, turno elettorale dove lo United Kingdom Independence Party - di stampo fortemente euroscettico e vicino alla destra - ha fatto incetta di voti raccogliendo in media il 25% delle preferenze in molte realtà locali.
Proprio per questo, dopo aver ricevuto non poche critiche in vista dell'avvicinarsi della data X dello sblocco delle restrizioni ai lavoratori provenienti da Romania e Bulgaria, l'inquilino del numero 10 di Downing Street (solo qualche giorno fa Cameron ha annunciato riforme per quanto riguarda gli assegni famigliari erogati ai lavoratori polacchi) e molti altri parlamentari di stampo conservatore hanno espresso con chiarezza il loro punto di vista.
Innanzitutto la battaglia tra Londra e Bruxelles potrebbe anche andare per vie legali, tanto che nonostante lo stop alle 'porte chiuse' (che ha effetto a partire dal primo gennaio del 2014) il fronte 'anti immigrati' sta tentando una campagna per ottenere altri 5 anni di restrizioni in materia di ingressi 'da Est', sventolando le difficoltà che il Paese starebbe ancora attraversando dal 2008 in seguito alla crisi economica.
Una richiesta a cui dall'Ue non sembrano essere assolutamente disposti a rispondere favorevolmente, accusando per contro Cameron per l'inasprimento della politica di accoglienza britannica messa in atto. Tra i vari provvedimenti presi dal governo prima della scadenza del primo gennaio di quest'anno, spiccano quelli relativi all'impossibilità per i lavoratori rumeni e bulgari di ottenere un assegno di disoccupazione (i vari sussidi sono stati decurtati di parecchio) prima di aver passato tre mesi in Inghilterra, soldi che una volta erogati dallo Stato possono essere bloccati se il migrante in questione non ha trovato lavoro entro i primi sei mesi nel Paese.
Pugno di ferro anche contro chi dorme per le strade o chiede elemosina, comportamenti per cui ci sarà l'espulsione e il divieto di tornare nel Regno Unito, mentre per i non residenti saranno a pagamento i servizi di Sanità, dagli ospedali ai pronto soccorso.
Così, l'Unione Europea aggredisce l'Inghilterra e con il vice presidente della Commissione entra a gamba tesa su Cameron. Dopo aver fatto ribollire il sangue nelle vene di molti parlando di Stati Uniti d'Europa, infatti, Viviane Reding ha detto la sua accusando i conservatori inglesi di alimentare il "mito populista" degli aspetti negativi dell'immigrazione per distogliere i cittadini dai veri problemi dell'Inghilterra. Al contrario, sostiene il funzionario Ue, il fenomeno migratorio dei lavoratori porterà grandi benefici al Paese anche per quanto riguarda la crescita del PIL. "Stanno distruggendo il futuro del popolo britannico" ha detto in conclusione la Reding, bollando le mosse di Cameron come "populiste" ed "euroscettiche".
In effetti, come già detto, i rapporti tra Gran Bretagna e Ue non sono mai stati così tesi, tanto che se dalle elezioni politiche del 2015 dovesse ancora uscire vincitore il partito dell'attuale primo ministro, il Paese andrà verso un referendum nel 2017 che chiederà ai cittadini di scegliere se rimanere o meno nell'Unione europea.
Ma in ogni caso, sono gli ultimi rantoli dell'oligarchia Ue, disperata dalla sconfitta che si avvicina.
Fonte notizia: .ibtimes.com