PIEDI D'ARGILLA (GIALLA): LA CINA POTREBBE CROLLARE IN UNA CRISI FINANZIARIA PARI AL PIL D'EUROPA, PREVEDE DEUTSCHE BANK
lunedì 23 dicembre 2013PECHINO - La Cina potrebbe essere vittima di una crisi finanziaria nel 2014, provocata da una trappola del debito delle sue aziende. L'allarme è stato lanciato dal strategist azionario di Deutsche Bank, John Paul Smith, il quale ritiene che ciò impatterebbe negativamente sulle borse dei mercati emergenti, che nell'anno che sta per arrivare potrebbero subire perdite mediamente del 10%. E la stessa Cina rischia una brusca frenata della sua crescita, che nei prossimi anni potrebbe essere anche inferiore al 5%.
Smith è lo stesso che previde la crisi finanziaria russa del 1998 e ricorda come Mosca ne uscì riformandosi e aprendosi al libero mercato. Pechino, si chiede, sarebbe intenzionata a seguire questa linea di apertura? I segnali sarebbero al momento negativi, mentre i dati che arrivano dal comparto del credito interbancario non lasciano spazio all'ottimismo. Nel corso della seduta odierna, infatti, i tassi a breve interbancari sono scesi nella fase iniziale, ma per impennarsi al 9,8% nel prosieguo della giornata, quando venerdì scorso si erano portati al'8,21%. E' il segnale che le banche non si prestano denaro tra loro, che la Cina rischia un pericoloso "credit crunch".
E ciò, nonostante la People's Bank of China, la banca centrale cinese, abbia comunicato di avere iniettato liquidità per 50 miliardi di dollari nella settimana scorsa. Intanto, il governo di Pechino ha "invitato" i media a non porre attenzione sulla notizia della crisi di liquidità in corso nel paese, spronandoli, al contrario, a soffermarsi sui dati positivi dell'economia del paese.
Un'operazione simile era stata adottata a giugno, quando si scatenò un'impennata dei tassi, in seguito alla stretta intrapresa dalla PBoC. Al momento, le borse asiatiche non sembrano dare peso al "credit crunch", con i titoli finanziari a chiudere decisamente al rialzo alla Borsa di Shanghai, così come l'indice di quest'ultima. Bene anche Taiwan.
Eppure, nonostante le banche d'affari internazionali siano ottimiste sulle borse emergenti per il 2014, Smith si è detto certo della previsione, affermando che se sbaglia questa, sbaglia tutto.
E che ci siano molti presupposti perché Deutsche Bank abbia ragione lo dimostrano alcuni dati agghiaccianti dell'economia cinese. Dal 2008 ad oggi, gli assets delle banche del paese sono cresciuti di 15,4 mila miliardi di dollari, portandosi a 24 mila miliardi (250% circa del pil), di cui 12,5 (140% del pil) sono stati investimenti allocati nella speculazione immobiliare. Per questo, dopo aver inondato il mercato di liquidità facile, la PBoC vorrebbe ora fare marcia indietro. Il rischio è che sia troppo tardi e che esploda una bolla che vale quanto tutto il pil dell'Eurozona.
Fonte notizia: Investire Oggi.