SACCOMANNI ''FESTEGGIA'' L'UNIONE BANCARIA UE MA HA VINTO LA GERMANIA: NIENTE FONDO SALVATAGGIO COMUNE (ITALIA ARRANGIATI)
giovedì 19 dicembre 2013BRUXELLES - "Un risultato storico comparabile all'Unione monetaria, ma ottenuto in molto meno tempo: uno sviluppo rivoluzionario". Il ministro per l'economia Fabrizio Saccomanni commenta così, soddisfatto, l'accordo siglato tra i ministri finanziari dell'Unione europea sull'Unione bancaria: un accordo che è arrivato dopo una maratona di trattative e di momenti di tensione durata ore. "Sventato il rischio di una nuova Lehman Brothers", ha dichiarato.
Ma Saccomanni è l'unico che riesce a festeggiare per una sconfitta.
Saccomanni aveva chiesto espressamente che il Fondo unico europeo di risoluzione da 55 miliardi di euro (volto a sostenere il sistema finanziario europeo), fosse sostenuto da un "paracadute finanziario" ("backstop") comune, "in combinazione con i paracaduti finanziari nazionali", per contribuire ai costi.
Su questo punto il ministro era stato fermo, tanto che si era parlato di un'Italia che aveva alzato la voce contro i tedeschi. Ma non è stato così. La Germania ha sì fatto una grande concessione, come riporta il Financial Times, accettando la creazione di una sorta di "mutuo soccorso" tra i fondi dei paesi membri, finanziato dalle stesse banche, che andranno a costituire un Fondo unico di risoluzione entro 10 anni. Avete letto bene: 10 anni.
Ma il ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble ha avuto la meglio sulle controparti sia italiana che francese, tutelando i contribuenti tedeschi. Il paracadute finanziario comune non è infatti incluso nell'accordo.
Ha prevalso dunque la linea secondo cui, in caso di crisi e di insufficienza dei fondi di risoluzione accantonati a livello nazionale, saranno i singoli Stati, e non un "backstop comune", a dover intervenire per la risoluzione delle banche sul loro territorio.
Alla faccia dell'Unione bancaria europea, qualsiasi banca crolli in qualsiasi nazione della UE, sarà lo Stato di quella nazione a dover ripianare le perdite e provare a evitare la bancarotta.