LA PRESIDENZA DELLA CAMERA TAGLIUZZA GLI STIPENDI DEI SUOI DIPENDENTI, E LASCIA INTATTI GLI ALTRI (DEI PARLAMENTARI)
venerdì 6 dicembre 2013Roma - Parlamento - L'Ufficio di Presidenza della Camera ha approvato la proposta del "Comitato per gli Affari del personale" di tagliare le retribuzioni dei dipendenti di Montecitorio. Il Comitato, presieduto da Marina Sereni (Pd), aveva votato la proposta con il no di Edmondo Cirielli (Fdi) e l'astensione di Riccardo Fraccaro (M5S) e di Ferdinando Adornato (Sc). La decisione adottata, lontana dalle soluzioni che avevano avanzato i sindacati, permetterà di risparmiare circa 23,5 milioni di euro nel triennio 2014-2016.
I tagli colpiranno le indennità funzionali e gli adeguamenti automatici. Per quanto riguarda le prime, saranno abolite totalmente le indennità di rischio, meccanografica e di immissione dati. Ridotte invece del 50% le indennità connesse al maneggio valori. Per quanto riguarda le indennità di missione, queste saranno limitate solamente alle missioni fuori dal territorio nazionali presso organismi e istituzioni europee ed internazionali. I tagli alle indennità permetteranno un risparmio di 450mila euro l'anno. Come scritto, i tagli riguarderanno anche gli adeguamenti automatici. Per i dipendenti della Camera invece non ci sarà nessun adeguamento automatico dello stipendio nel 2014 e nel 2015. Il blocco sarà tolto solamente dal 2016. Grazie al mancato adeguamento, il Parlamento risparmierà circa 22 milioni di euro.
Sette organizzazioni sindacali, che rappresentano l'80% dei dipendenti totali, non sono soddisfatti. La loro proposta era differente: rinuncia per il futuro alla contrattazione economica, e stabilizzazione della regola dell'adeguamento automatico, con risparmi intorno ai 14-18 milioni di euro nello stesso triennio. Alla fine però ha vinto il "Comitato per gli Affari del personale". In una nota l'Ufficio di Presidenza si è detto dispiaciuto per il mancato accordo: "Si prende atto con rammarico dell'impossibilità di un accordo nonostante un ampio confronto con le Organizzazioni sindacali dei dipendenti".
Ciò che fa riflettere è la relativa velocità e semplicità con cui si è giunti al taglio delle retribuzioni dei dipendenti, velocità che invece manca quando si parla della riduzione degli stipendi dei parlamentari. Tagliare sui lavoratori di Montecitorio senza affiancare tagli concreti alle indennità e alle agevolazioni parlamentari, rischia di far trapelare un messaggio alquanto pericoloso e rischia di far sembrare la "casta" ancora più "casta". A tal proposito, non poteva mancare la polemica pentastellata. Riccardo Fraccaro del M5S, scrive su Facebook: "Il partito unico dei privilegi ha passato il segno. Ancora una volta l'Ufficio di Presidenza salva gli stipendi d'oro dei deputati, con la complicità del Collegio dei Questori che sta facendo melina da quasi nove mesi sullo studio della retribuzione media dei parlamentari in Europa. Stanno gettando benzina sul fuoco dell'esasperazione sociale: se non sono in grado di fare una semplice istruttoria sui compensi insostenibili dei deputati, allora i Questori si dimettano per manifesta incompetenza".
Autore: Davide Landiorio per http://it.ibtimes.com/