POCO MA SICURO: OBAMA FARA' DEFAULT E ADDIO SPERPERI DELL'AMMINISTRAZIONE DELLA CASA BIANCA. (BANCHIERI TREMANO)
lunedì 14 ottobre 2013Washington - Il default? È come la rivoluzione americana»: parlando ad un gruppo di colleghi sui gradini di Capitol Hill è il deputato repubblicano della Virginia Morgan Griffith che riassume la posizione del Tea Party sulla battaglia del debito che minaccia i mercati finanziari.
«Dobbiamo compiere le nostre scelte guardando all'interesse di lungo termine degli Stati Uniti - dice Griffith - come fecero i patrioti che nel 1776 sfidando la Corona britannica, anche allora venne causato gran danno all'economia delle colonie, vi furono polemiche e forti contrarietà, ma il risultato nel lungo termine fu la nascita della più poderosa nazione della Terra».
«Non vi fate ingannare dal presidente Barack Obama - aggiunge Bryan Fischer, volto di punta dell'American Family Association, zoccolo duro della destra cristiana che si riconosce nel Tea Party - se il tetto del debito non verrà alzato non ci sarà alcun default».
«Parlare di default à da irresponsabili - dichiara Rand Paul, eletto senatore nel Kentucky alle elezioni di Midterm del 2010 che vide proprio l'affermazione di questa nuova anima della destra repubblicana, la cui priorità assoluta è il risanamento dei conti - perché gli americani versano ogni mese al governo 250 miliardi di dollari e gli interessi che paghiamo sul debito sono di 20 miliardi di dollari. Usiamo le entrate fiscali per pagare gli interessi sul debito agli investitori stranieri, a cominciare da Cina e Giappone, dilazionando i pagamenti per Previdenza e Sanità grazie a un'amministrazione più accorta e in breve tempo risaneremo le finanze federali».
E Joe Barton, eletto in Texas, manda a dire a Obama: «La smetta di dire bugie, i debiti saranno pagati ma senza aumentare l'esposizione nazionale, faremo ciò che lui non vuole, tagliare la spesa».
Tratto da un articolo di Maurizio Molinari per La Stampa.