CON QUESTO DOPPIO SALTO ''IMMORTALE'' BERLUSCONI SI CONSEGNA ALLA STORIA.
mercoledì 2 ottobre 2013Milano - Con un doppio salto immortale - immortale - Silvio Berlusconi ha dato la fiducia al governo Letta prendendo la parola al Senato pochi minuti prima della votazione finale che avrebbe, sulla carta, condannato l'esecutivo a rimanere in piedi con i voti di un gruppazzo di traditori capitanati da due vecchi arnesi della fu Dc: Formigoni & Giovanardi.
Invece, no.
Invece il governo continua a godere della vastissima maggioranza con la quale era nato pochi mesi fa.
Questo colpo di teatro di Berlusconi ha ottenuto tre diversi e micidiali risultati. Vediamoli.
1) ha stanato i traditori nel Pdl, che ora potranno tranquillamente accomodarsi nella discarica della politica, quel luogo dove chi ci arriva non ne esce più. Traditore sei, traditore resti. Per sempre e per chiunque.
2) ha costretto il Pd a convivere ancora - adesso si potrebbe perfino scrivere "a lungo" con l'odiatissimo Caimano e questo produrrà una frattura verticale in quel partito. L'ala sinistra - infatti Zanda è già uscito allo scoperto - dovrà bere il calice amaro della convivenza col nemico e dovrà anche accettare che la figura più prossima a Berlusconi in quel partito, e cioè Renzi, diventi segretario, se non peggio il candidato alle prossime elezioni. Durerà poco.
3) ha definitivamente buttato nella spazzatura il centro, che pensava di rinascere con l'arrivo della congrega di fuoriusciti dal Pdl. Se prima di questa svolta la cordatina Monti-Casini-Mauro contava un accidenti, adesso si è trasformata nella corda dello sciacquone del cesso.
Che accadrà, ora? Nulla. L'esecutivo torna in carreggiata. Il problema è che la carreggiata non conduce alla salvezza del Paese. Proprio no. Era un governo paralizzato, sarà un governo paralizzato. Era un governo incapace di affrontare i veri drammatici problemi dell'italia ammazzata dall'euro, incatenata alla Troika, schiava della Germania, sarà un governo di eguale se non peggiore incapacità. Logorato. Le crisi possono anche passare, ma le cicatrici restano.
max parisi