LA STAMPA TEDESCA: SORTI DELL'EURO APPESE A FRANCIA E ITALIA (ALLORA E' CONDANNATO A MORTE) CHE HANNO ECONOMIE A ROTOLI.
martedì 1 ottobre 2013Berlino - Le sorti dell'euro si giocano in Italia e in Francia, due Paesi le cui economie soffrono in modo particolare nella crisi attuale, ma dove i governi hanno difficolta' a imboccare la strada migliore per risolverla. Lo scrive la progressista 'Sueddeutsche Zeitung', spiegando che mentre per i Paesi piu' piccoli, come Grecia, Portogallo e Spagna, la situazione sembra "dominabile", adesso "sotto i riflettori ci sono due pesi massimi come Francia e Italia, due economie cosi' grandi per le quali non basterebbero alcuni miliardi di aiuti, se si trovassero in difficolta'".
"E' in questi Paesi che si decide il futuro dell'unione monetaria", assicura il quotidiano bavarese. La Sueddeutsche sottolinea che in Italia "a causa della situazione politica fragile non c'e' quasi speranza che il Paese superi in tempi brevi il blocco delle riforme". In Francia il presidente Hollande "dopo la sua elezione ha mancato di riformare un Paese che perde competitivita' internazionale", sottolinea il giornale, spiegando che la politica di spesa messa in atto a Parigi "alla fine del prossimo anno portera' il monte dei debiti al triste record del 95% del Pil".
La conclusione della Sueddeutsche riguardo all'Italia ed alla Francia e' che "le debolezze di questi due Paesi minacciano l'intera unione monetaria"
La 'Frankfurter Allgemeine Zeitung' (Faz) osserva invece che "i politici italiani, compresi gli elettori, non si lasceranno probabilmente impressionare dal desiderio della Merkel di un governo stabile a Roma", rilevando che "finora la politica del governo Letta non si e' coperta di gloria, alla politica economica e di bilancio manca l'ambizione".
Per il quotidiano conservatore tedesco "adesso l'Italia e' di nuovo in difficolta', ancora piu' di prima, ma nessuno a Roma vuole prenderne atto. Berlusconi cerca di farla franca, i suoi avversari cercano la vendetta".
In tono polemico, la Faz scrive che "tutti preferirebbero il permesso della Merkel e di Bruxelles per aumentare ancora il deficit di bilancio e il debito dello Stato. Politici e opinione pubblica sono ben lontani dalle riforme per una maggiore competitivita' e per piu' crescita.
La domanda piu' urgente da porsi e' su chi questa volta possa richiamare all'ordine, prima che i mercati finanziari non gettino in nuove turbolenze non solo l'Italia, ma l'intera Eurolandia". (AGI)